In questo primo romanzo, Antonella Ossorio ci racconta la storia dei Derrota, un nucleo familiare di gente comune, travagliata da problemi altrettanto usuali, che vengono seguiti sulla ribalta della storia minore dalla fine dell’800 sino ai primi anni ’70. Se “nomen omen”, il loro destino di non vincenti i Derrota se lo portano già scritto nel nome che, in lingua ispanica, significa “sconfitta”. La voce narrante è Sara, la più giovane della famiglia, ed il suo affetto per i congiunti non è affatto scosso dai colpi di una sorte troppo avara. Con occhio attento ed affettuoso ne segue le vicissitudini lungo i difficili anni attraversati. Si arresterà solo alla vigilia dei cambiamenti troppo grandi che attendono i suoi all’abbandono della casa che ha fatto da sfondo alla sua giovinezza.
“Mio nonno Giacomo fu il primo dei Derrota a nascere nella casa e l’ultimo a morirci. Lo scopo della sua esistenza era stato mantenere la famiglia unita a qualsiasi costo e meritarsi il rispetto dei figli.”
recita l’incipit del libro, e può dirsi che questo compito gli sia riuscito. Dopo di lui, come ulteriore segno dei nuovi tempi, le lacerazioni familiari l’avranno vinta ed il nucleo di Sara dovrà lasciare la casa avita. La galleria dei personaggi - legati da parentele varie, ragion per cui un piccolo albero genealogico a corredo aiuta il lettore – è nutrita, e ciascuno reca piccole e grandi manie, i suoi distinguo, difetti e pregi, tessendo, insieme con gli altri, la trama del lento evolversi dei giorni e delle generazioni. Non ci sono episodi eclatanti nel racconto ma esso si lascia apprezzare per il pacato lirismo, di parole e di progressione, che accompagna il lettore all’interno della famiglia, dei suoi intrecci, dei suoi segreti, e noi siamo lì, ad accogliere ospiti o ad assistere a scenate, a piangere per lutti o a rallegrarci per gioie. Ognuno nelle vicende dei Derrota trova qualcosa di suo, dei propri familiari, dei ricordi personali, con un processo di immedesimazione che guida a meglio gustare quanto scorre sotto gli occhi.